Il Segreto della Rinascita di Guido Rocca

Guido Rocca

Abbiamo intervistato un artista che ha voluto condividere con noi la sua esperienza di come il programma Narconon lo ha aiutato a ritrovare se stesso non solo come individuo, ma anche come artista. Questo con lo scopo di incoraggiare molti altri a fare lo stesso, liberandosi dalla trappola della tossicodipendenza e riprendendo il controllo della propria vita.


Dove sei nato e cresciuto e come le droghe sono entrate nella tua vita?

“Sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ho sempre scritto Poesie, avevo una visione del mondo particolare e a volte la mia sensibilità mi portava a percepire le cose negative della vita con troppa intensità e non avevo gli strumenti per fare qualche cosa a riguardo, cosi mi rifugiavo nella scrittura. L’arte è sempre stata per me un’esigenza, grazie ad essa riuscivo a trasformare le emozioni che mi logoravano in una creazione che invece mi aiutava a comprendere. Quando ho scoperto le droghe ho subito pensato che erano la soluzione per permettermi di acquisire la forza necessaria per sostenere questa mia sensibilità, credevo che erano la soluzione alla mia insicurezza e che mi avrebbero anche aiutato ad aprire nuove porte alla mia capacità artistica. All’inizio questa decisione sembrava darmi ragione ma come accade per il topo attratto dal profumo del formaggino, molto presto mi resi conto che ero finito in una trappola e il mio potere creativo, le droghe lo avevano invertito verso una spirale discendente altamente distruttiva.”

Com'era la tua vita prima di iniziare a fare uso di sostanze?

Ero un bambino molto insicuro, ma con una grande voglia di vivere e affettuoso. Sono sempre stato molto legato alla mia famiglia e ho bellissimi ricordi con i miei fratelli e i miei genitori. Nonostante mi ponessi molte domande ed ero sempre alla ricerca di qualche cosa, avevo anche dei momenti di pura e rasserenante spensieratezza, e come le cose negative avevano un forte impatto su di me così anche le situazioni positive mi riempivano di intensa pura gioia. Gioia che è andata a consumarsi poco per volta ad ogni sorso di alcol e ad ogni sniffata di cocaina, fino a sentirmi completamente svuotato e la serenità della mia infanzia è stata seppellita dall’angoscia della mia adolescenza.”

In che modo la tossicodipendenza ha influenzato la tua vita?

“Le droghe non hanno influenzato la mia vita, l’hanno completamente devastata, è stato come prendere un abito fatto su misura dal sarto e dopo tagliarlo in mille pezzi e usarlo per pulire la cacca dei cani sul marciapiedi, non so se rendo l’idea. Ho cercato di scappare da questa tortura tante volte cambiando ambiente. Considera che a vent’anni ho attraversato l’oceano Atlantico in barca a vela, ho vissuto ai Caraibi, in Sud America, poi sono andato in India e in Nepal per poi finire in Africa, ne ho combinate di tutti i colori e cercavo una soluzione al mio malessere, ma ovunque andassi era sempre la stessa storia, la droga ormai mi aveva imbrigliato e più mi dimenavo per sfuggirle più il cappio si stringeva sul collo.”

A che età hai iniziato a farne uso?

Ho iniziato a fare uso di sostanze all’etá di 15 anni, ho iniziato con la marijuana e l’alcol che mi ha poi portato ad usare cocaina, pillole, MDMA e altre sostanze allucinogene. Pensavo che queste sostanze potessero aiutarmi ad aprirmi la mente ed ero convinto che la mia era una forma di ribellione necessaria per raggiungere la libertà, e quando pensi di essere libero grazie alle droghe, lì si che ne diventi schiavo per davvero. Ormai ero pieno di maschere e di identità fasulle che mi ero creato, solo l’arte mi permetteva di non perdermi del tutto e di mantenere la brace della mia essenza sempre accesa. Quante volte sento questa devastante falsità che le droghe aumentano la creatività, è la cosa più assurda ed è l’idea più distruttiva che si possa diffondere in una società. L’arte è una comunicazione spirituale, viene da noi stessi, dalla nostra essenza e crea il futuro, le droghe avvelenano l’anima e bruciano l’avvenire come la paglia in un rogo.”

Cosa ti ha portato a scegliere il Narconon?

“Ad un certo punto, una volta tornato in Italia, sono finito in una clinica psichiatrica in Svizzera a causa della mia tossicodipendenza, lì mi hanno prescritto psicofarmaci che ho iniziato a prendere regolarmente, quindi ero finito dalla padella alla brace, perché ora avevo una dipendenza in più. Un giorno ho assunto un cocktail di alcool droga e psicofarmaci, ricordo che ero in Africa da solo in una stanza e ho seriamente rischiato di perdere la vita. A quel punto ho buttato via gli psicofarmaci, ma ho continuato a fare uso delle altre sostanze. All’etá di 27 anni mia madre mi parlò di un programma che aveva trovato ricercando su internet, il Narconon. Abbiamo incontrato uno dei collaboratori e nonostante le mie percezioni fossero distorte e non mi permettessero di capire veramente ciò che stesse accadendo, ho immediatamente avuto la sensazione che questo fosse il programma giusto per me.”

Raccontami del tuo arrivo al Narconon e del tuo percorso.

“Sono arrivato al Narconon, e il primo impatto non appena incontrai uno degli operatori fu quello di aver ritrovato un fratello. Mi sentivo come a casa. Ricordo che quando mi proposero di entrare in un centro di riabilitazione, io che avevo vagato per il mondo per anni, pensavo che mi sarei sentito mancare l’aria, invece non mi sono mai sentito cosi libero in vita mia. Al Narconon ho capito che quello che stavo cercando da anni viaggiando in tutto il pianeta, in realtà era molto più vicino di quanto pensassi. Grazie a questo programma ho esplorato il mio universo interiore e ho trovato dentro di me le cause e le soluzioni al mio malessere. In questo percorso ho appreso con una certezza assoluta che la vita è il riflesso di ciò che siamo interiormente ed è cosi che si cambiano le cose, diventando consapevoli di chi si è veramente. Il Narconon non mi ha solo liberato e riabilitato dalle droghe, questo programma mi ha dato la libertà di essere.

I primi esercizi che feci mi aiutarono a spegnere la mente, togliendo cosi il dolore del passato. Il fatto di mettere la mia attenzione completamente nel presente mi permise di percepire di nuovo i suoni, i sapori e i colori. Era come se avessi vissuto per dodici anni con una radio accesa nel cervello che mi urlava quanto fossi sbagliato, ad un certo punto silenzio, i sensi di colpa non mordevano più e l’ansia aveva lasciato il posto ad un sospiro, eccomi finalmente nel presente. Per anni avevo letto libri che parlavano del qui e ora e finalmente un angolino di presenza si era fatto spazio nel mio sentire e lì capii che la mia vita stava cambiando per davvero. Verso la fine del programma, prima di completare, ricevetti una brutta notizia. Non pensavo di poterla affrontare, invece nonostante abbia sofferto molto per quella batosta improvvisa, mi resi però anche conto che ormai avevo raggiunto una serenità interiore stabile che non poteva essere scalfita dai dolori che inevitabilmente la vita ci porta in certi momenti. Ma la cosa decisamente più importante che ho realizzato al Narconon è che nella vita, specialmente dopo aver fatto tante azioni dannose, l’unica maniera per sentirmi bene era di prendermi responsabilità e aiutare gli altri. Tutto ciò mi ha permesso di crescere come uomo, padre e come artista. Da quando ho completato questo percorso 12 anni fa, ho cercato di dare una mano a più persone possibili per convincerle a prendere la decisione corretta di fare il programma Narconon. La maggior parte delle persone che ho portato sta bene e spesso ricevo chiamate di chi gli è appena nato un figlio o si è sposato o laureato e vi garantisco che non c'è conto in banca che ti faccia sentire così ricco come la soddisfazione di aver aiutato qualcuno.”

Guido Rocca, Narconon Graduate

Quali sono le tue aspirazioni?

“Le mie aspirazioni adesso sono di continuare a fare arte e aiutare altri artisti a vivere d’arte. Sono convinto che riabilitare gli artisti e diffondere estetica sia una delle soluzioni più potenti che abbiamo per migliorare il mondo. Inoltre la mia intenzione è quella di contribuire a debellare questo problema della tossicodipendenza tramite la prevenzione ed aiutando coloro che sono in questa trappola ad uscirne fuori tramite il programma Narconon.”

Cosa consiglieresti a coloro che vivono nella trappola della tossicodipendenza?

Consiglio di andare immediatamente a fare il programma Narconon. Non solo questo metodo vi aiuterá a risolvere la dipendenza da droghe e alcol ma vi aiuterà ad avere una nuova consapevolezza di chi siete davvero, dandovi cosi la possibilitá di creare la vita e non subirla. Sarò eternamente grato ai miei genitori per non essersi mai arresi ed avermi aiutato a trovare il Narconon e sono altrettanto riconoscente a tutti gli operatori che mi hanno sostenuto in questo percorso. Il Narconon mi ha salvato la vita.”

AUTORE

Jacky Buensoz

Jacky Buensoz hails from Switzerland and is the director of Narconon Europe. He is dedicated to helping the students of Narconon Europe become Drug free. For good. Feel free to contact him via Facebook if you need any help from him. ---- Jacky Buensoz de la Suisse, il est responsable de la qualité et des services à Narconon Europe. Il est là pour aider les étudiants de Narconon à devenir libérés des drogues. Vous pouvez le joindre par Facebook si vous désirez une aide quelconque.

NARCONON EUROPE

PREVENZIONE ALLA DROGA E RECUPERO DALLA TOSSICODIPENDENZA