Bambini disagiati

Sin da quando ero molto piccola mio padre non é mai riuscito ad essere una buona figura paterna per me e la mia famiglia. Con il passare degli anni al posto di migliorare le cose andavano sempre peggio ed io non riuscivo a trovare sollievo se non nella droga.

Mia mamma non era in grado di respingere questo male che lui infliggeva nelle nostre vite, così sperimentai l’uso di diverse sostanze stupefacenti tanto da finirci dentro completamente e diventando così per me un circolo vizioso, la mia routine quotidiana.

Avevo sempre il desiderio di evadere con la testa e stare nel mio mondo. Era quello che volevo. Oramai vivevo soltanto di notte, con mia mamma e mia sorella non avevo alcun tipo di dialogo, non avevo più nessuno vicino o per lo meno ero io che avevo smesso di vedere chi mi ha sempre voluto bene.

Mi sono ridotta a fare cose per la droga indicibili, non considerando realmente le gravità alle quali stavo andando incontro.

Oggi mi ritrovo qui dopo un lungo percorso comunitario a raccontare la mia esperienza per far si che possa essere d’aiuto per coloro che ne abusano. Posso dire di aver iniziato nuovamente a vivere, mi sono ripresa quel che di bello persi tempo fa, che smisi di guardare perché per me al tempo irraggiungibile: l’amore per la mia vita e per chi ne fa parte. Era come se stessi guardando il mondo da una piccola stanza, senza mai uscire fuori a guardare invece quanto fosse bello a colori e non solo in bianco e nero.

La droga fa questo!

Ti porta via ogni cosa, é come il cancro, uccide e ti rende schiavo. Quindi perché non chiedersi di più? É quando ci si chiede troppo poco dalla vita che ci si accontenta anche del male. Ognuno di noi puó riprendersi quel che di prezioso ed importante ha perso. É solo una questione di scelta, volontà, forza. É difficile ma ne vale assolutamente la pena. Prima o poi spunta per tutti il sole, non puó piovere per sempre.

—Studente del Narconon Europe